martedì 9 novembre 2010

MITO E...

Eccomi nuovamente alle prese con Iliade, Odissea e Eneide ed eccomi ancora una volta a rileggere alcuni passaggi dei tre poemi, per fissarli bene nella mente. Ma, ogni tanto, la memoria fa "cilecca" ed io mi sento come un abitante di Lotophagitis ovvero l'isola dei LOTOFAGI...


Veloce e fugace il contatto con i mangiatori di loto, per fortuna degli uomini di Ulisse. Bene li accolgono i lotofagi che offrono loro di quei fiori dal frutto rosso e carnoso che essi mangiano. E chi ne mangia la propria patria dimentica, e gli impegni di uomo e ogni altro piacere che sia diverso da quello che divora le loro menti e rende vuoto lo sguardo. E gli uomini di Ulisse ne mangiano e non vogliono fare più ritorno e a forza il loro capo deve trascinarli sulle concave navi legandoli sotto coperta. E gli altri invita veloci a imbarcarsi perché non mangino a loro volta quel dolce frutto e dimentichino il ritorno. Per gli uomini di Ulisse quella non è dunque una strada senza ritorno, come per molti altri che su quell’isola restano immergendo voraci e dimentichi le dita nel piatto per cibarsi della farina bianca e di sogni falsi.
Odissea - libro XI


Oggi, l'Isola di Lotophagitis è individuata in Tunisia, a Djerba.

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