venerdì 30 luglio 2010
LE MELE DELLA MAMMA
La mia mamma abita ad Alessandria, ridente (ma non troppo!) cittadina piemontese, al piano terra di una bassa palazzina. Ha un giardinetto protetto da siepi, dove Piero, il mitico cane di famiglia, scorrazza felicemente; dove Rubio, il gatto storico, scava fosse dove fare i suoi bisognini all'aria aperta. Al centro del giardinetto, sempre un pò "scabecio" e spettinato, proprio a causa di Piero e Rubio, c'è un albero di dolcissime mele giapponesi. L'alberello è sottile sottile, i rami si piegano sotto il peso delle tante mele che produce, soprattutto in questo periodo. Mia mamma le guarda dal balcone, scende in giardino e le tasta una ad una cercando quelle mature; scuote la testa e mi dice: "non ancora, non sono ancora pronte, forse se le raccolgo e le porto in casa maturano lo stesso. Lo scorso anno le ho lasciate sulla pianta e le hanno divorate le vespe!" Ma poi non ha il coraggio di staccarle... Allora io intuisco che del raccolto rimarrà ben poco tra qualche settimana, capisco che il gusto sta nell'osservare la loro crescita: il fiore bianco che spunta a fine maggio, i petali che cadono sull'erba o in testa a Piero quando si sdraia sotto la pianta, i frutti che da minuscoli bozzi prendono forma, fino a diventare nettare succoso per le vespe o un raro fine-pranzo per la mia mamma.
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