lunedì 29 novembre 2010

HELLEBORUS VIRIDIS

Ecco accontentata Giovanna che mi da sempre ottimi suggerimenti!







Tutti sentono e dicono di sapere: «Ecco, è
venuta la primavera». Ma ognuno la sente a suo
modo. Lassù, nello studio del babbo, Orsola
s’accorgeva dell’arrivo della primavera per molti
indizi: chiari alcuni, altri oscuri. Dentro, la luce
s’apprendeva in un modo più carezzevole alle
costole dei libri; di fuori, l’alta cima del cipresso
s’era messa a un contatto più caldo con l’azzurro
del cielo e, non appena il giorno svaniva, il merlo
si faceva sentire coi suoi dolci cupi richiami.
Anche i due steli d’erba nocca ch’ella infilava
in un sottilissimo vaso di vetro erano un indizio
della primavera spuntata.
«La primavera io la sento in questo fiore
modesto che non ha colore, ma ha il sangue e
l’odor della terra rinata». Il babbo girava tra le
dita della mano sensibile lo stelo verdino coi
grossi e aperti fiori verdi. L’erba nocca! E Orsola,
ancora bambina, sentiva l’urto di quel nome e le
pareva che la primavera fosse ben rude ad aprirsi


"ERBA NOCCA" di Giani Stuparich

2 commenti:

  1. Non conosco questo autore ma queste poche righe mi ispirano, grazie.

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  2. Grazie per aver citato questo racconto delizioso....una vera e gentile sorpresa.....a me è piaciuto molto e spero trovi nuovi lettori. Ciao!

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