QUESTE SONO LE PASSIFLORA CHE ORNANO IL GIARDINO DI ELENA E DEL BAFFO BANFI.
giovedì 24 giugno 2010
sabato 12 giugno 2010
ROBINSON IN CITTA'

Non è un libro solo dedicato a chi ama i fiori, le piante o i giardini. In questo piccolo gioiello, l'autore, racchiude in una sorta di diario i suoi pensieri, anche quelli più reconditi.
"Una sorta di viaggio nell'ordinaria normalità della natura così come emerge dal cemento di una città, attraverso la cui grigia barriera fanno sentire la loro presenza gli animali, gli insetti, le piante, la pioggia, le lucertole. Un nuovo e originale sguardo sugli eventi che la natura organizza quotidianamente sotto i nostri occhi, un diario di note brevi, dove le date si ricavano dalle temperature, dai silenzi urbani, dalle varianti della pioggia".
IPPOLITO PIZZETTI
ROBINSON IN CITTA' - Vita privata di un giardiniere matto
giovedì 10 giugno 2010
Bacsac, la nature est dans le sac

Ho scoperto, nel negozio di Elena (et)* domus et cetera, dei vasi ecologici, dei veri e propri sacchi da riempire di terra per contenere le nostre amate piante. Si portano dove si vuole, sono di varia dimensione e c'è anche la versione da appendere. Sono bellissimi messi uno accanto all'altro, sobri e comodi. Sono un'invenzione di tre designer francesi: Godefroy de Virieu, Louis de Fleurieu e Virgile Desurmont . Volete informazioni?
www.bacsac.fr
lunedì 7 giugno 2010
(et)* domus et cetera
Cari Erbosi, vi segnalo il negozio di Elena: (et)* domus et cetera.
Una nuova esperienza di shopping dove si fondono stili e prodotti, servizi ed eventi che ruotano intorno al mondo della decorazione d'interni e del verde.
(et)* domus et cetera
corso matteotti 79
23900 lecco
www.domusetcetera.it
info@domusetcetera.it
domenica 6 giugno 2010
mercoledì 2 giugno 2010
"La Fragolina MustaFA'"
La Fragolina MustaFA" di Daniela Bocchio

Desdelia non aveva un bel rapporto con la vita e non riusciva a prendersi cura delle cose. Di certo, non per egoismo o cattiveria ma per i troppi stimoli che la circondavano e la rendevano distratta. Ogni volta che qualcuno le regalava una pianta, Desdelia era terrorizzata! Certa del fatto che, nell'arco di poco tempo, le sarebbe morta. Lo chiamano "pollice nero", un danno incalcolabile per le Anime buone.
Decise, infatti, che non avrebbe mai avuto un giardino o una pianta, nemmeno una pianta grassa, giacchè riusciva a far morire pure quelle!
Ecco che la vita, talvolta, prende strani percorsi e proprio ciò di cui non vogliamo occuparci, Essa ci riempie l'esistenza, così, giusto per farci fare un pò d'allenamento e metterci alla prova.
A Desdelia accadde di doversi occupare dei suoi cari. All'inizio le prese il panico, voleva scappare, non si sentiva in grado e tanto meno all'altezza. Come avrebbe fatto? Come sarebbe riuscita a affrontare il loro dolore, la loro sofferenza, cercando di rimanere viva? Fu così che, aiutando i suoi cari, il cuore le si allargò. Recuperando la fiducia in sè stessa, decise di comprarsi una piantina di Fragole, per vedere se stava guarendo. Avrebbe provato a piantarla, avrebbe provato a curarla. Capiì che, quella tenera piantina, non aveva nessuna differenza dai suoi cari. Doveva darle acqua e luce, togliere le foglie secche, pulire un pò la terra e lasciare che la Natura facesse il suo corso. Divenne consapevole che tutto nella vita può cambiare se è l'Amore che muove i nostri passi.
Un giorno vide le prime fragoline! Che felicità! erano acerbe e immature, deliziose. Ormai si rivolgeva alla piantina chiamandola per nome: "Mustafà", e Mustafà le esprimeva la sua riconoscenza facendo tanti frutti golosi.
Accadde l'imprevedibile, Desdelia dovette allontanarsi per molto tempo per seguire un suo caro che stava molto male; dovendo cosi separarsi dalla piantina Mustafà, l'affidò a una persona di fiducia, la quale se ne prese cura. Questa persona, però, non aveva molto tempo da dedicare alla sua piantina, giusto il minimo indispensabile.
Quando, finalmente, potè riprendersi la sua piantina, ormai era secca e incolta.
Desdelia la riportò a casa, pensando ormai fosse morta. Le pulì la terra, le potò i rami secchi e la lasciò riposare. Qualcosa, dentro di lei, le diceva di non gettarla; ci sarebbe stato tempo per buttarla, nel caso fosse morta!
La piantina Mustafà era sopravvissuta, aveva trovato il suo adattamento, nonostante i vari cambiamenti e i vari spostamenti. Alla piantina Mustafà bastava percepire l'amore di Desdelia, per resistere!
Oggi è rigogliosa e in piena fioritura, e fa tante fragoline succose!
E Desdelia ora sa che si guarisce dall'indifferenza, dalla chiusura del cuore, dall'incapacità di prendersi cura delle cose"
L'essenziale è invisibile agli occhi, si può vedere solo con il cuore
da www.repubblica.it
Orchidee presso il passo di Dante
Per raggiungere il passo di Dante ci siamo prima recati a Santa Maria del Giudice; una località che si raggiunge percorrendo la strada che unisce San Giuliano terme aLucca. Dopo aver percorso la galleria che passa sotto le colline che separano la pianura pisana da Lucca si procede per circa due chilometri.
Entrati nel paese si percorre una stretta strada in salita, in parte sterrata e che si dirige verso sud-ovest fino a raggiungere uno spiazzo dominato da un rozzo busto di Dante ai piedi del quale si nota una lapide con i famosi versi del XXXIII canto dell’Inferno:
Questi pareva a me maestro e donno,
cacciando il lupo e ‘ lupicini al monte
per che i Pisan veder Lucca non ponno.
Dante indica giustamente queste colline come quelle che impediscono ai pisani di vedere Lucca. Infatti, se si unisce Pisa e Lucca con una linea retta immaginaria, questa passa esattamente per la zona dove si trova il busto di Dante.
Spostandosi su queste colline si può osservare, verso sud-ovest Pisa e la pianura che si spinge fino al mare e, verso nord-est, la città di Lucca con le sue estese mura rinascimentali.
Le fotografie che riguardano questa zona ci mostrano: orchis pauciflora, orchis morio e ophrys sphegodes.
da www.repubblica.it
ORCHIDEE NELLE COLLINE PISANE 2
Caprona è una frazione del comune diVicopisano vicina a Calci e Uliveto terme. Uno sperone roccioso sovrasta questa località e sulla sua cima sorge la torre degli Upezzinghi che è un rifacimento ottocentesco della torre di avvistamento dell’antico castello dell’XI secolo che viene citato da Dante in alcuni versi del canto XXI dell’Inferno. IL castello venne poi distrutto dalle truppe fiorentine nel 1433.
Partendo dall’abitato si può raggiungere, salendo lungo una breve strada sterrata, i prati delle colline che si trovano nei pressi della torre e che ospitano a fine aprile i colori della fioritura di numerose specie di orchidee.
Predomina nettamente il rosso intenso dellaOrchis papilionacea che chiazza di rosso diffuso molte parti dei prati, ma sono presenti anche i piccoli fiori molto meno vistosi e abbastanza mimetizzati delle Ophrys bombilyflora che simulano la forma degli insetti impollinatori e le Serapias neglecta con i sepali e i petali che formano un involucro bianco argenteo con striature rosse. Il petalo inferiore (labello) ha tonalità di rosso e ocra; è molto grande e trilobato, con i lobi laterali verso l’alto e il mediano pendulo, cuoriforme e rivestito al centro e alla base da una pelosità biancastra diffusa (vedere seconda fotografia).