domenica 31 ottobre 2010

notte del 31...








Ecco Erbosi la mia zucca di Halloween, pronta per questa notte...

sabato 30 ottobre 2010

IO VADO IN LETARGO



Cari erbosi, non vi nascondo che ho veramente voglia di andare in letargo...

lunedì 25 ottobre 2010

Nuovi arrivati


Nuovi arrivati nella famiglia dei fringuellini!

Tempo di zucche.





La più celebre zucca della letteratura occidentale è quella che appare in Cenerentola di Charles Perrault. Quando la giovane fanciulla vede le sorelle pronte per il ballo scoppia a piangere, delusa e convinta di non poter partecipare alla festa, ma in suo aiuto arriva una fata (la fata Smemorina) che le dice di andare in giardino e di portarle una zucca grande e bella. Con un tocco di magia, la fata tramuta la zucca in carrozza, in una carrozza dorata trainata da splendidi cavalli che porteranno Cenerentola al ballo.
Ad Halloween, invece, della zucca si fa ben altro uso. Come fece la fata di Cenerentola, si svuota ma non si trasforma in carrozza, si intagliano occhi e bocca, si mettono lumini o candele accesi che illuminano la parte interna riflettendo sui muri sagome mostruose. Nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, le zucche, si sistemano sui davanzali delle finestre, per rappresentare l'arrivo dei morti nella notte che tra i Celti segnava il Capodanno; e proprio il Capodanno è simbolo di vita e di morte, di fine e di nuovo arrivo.
In Europa, la zucca di forma tonda (di zucche ve ne sono tantissime specie e forme), simboleggia la testa umana e molto spesso il capo di una persona poco intelligente: "Aver poco sale in zucca", "é uno zuccone!".
Infine, i semi, simbolo di abbondanza e di fertilità, è meglio tenerli e abbrustolirli o salarli, così da poterli sgranocchiare più avanti.

domenica 24 ottobre 2010

continuo con gli esperimenti...



ecco un mio nuovo esperimento, continuo a cucire...

sabato 23 ottobre 2010

bulbo ribelle

Accipicchia cari Erbosi!
Come ho scritto qualche settimana fa, ho piantato i bulbi che in teoria dovrebbero fare capolino dalla terra intorno al mese di marzo per rallegrare il mio terrazzo.
Ieri, ho notato qualcosa di particolarmente verde in uno dei vasi di terracotta.
"O cavolo!" Un bulbo ribelle che ha colto gli ultimi tiepidi raggi di sole pensando ad una precoce primavera.
Che fare? La mia unica paura è un freddo improvviso che faccia gelare il piccolo ribelle. Penso di coprirlo con il tessuto non tessuto per salvaguardarlo.
Qualche consiglio?

martedì 19 ottobre 2010

CHE BELLO ESSERE ERBOSI

sabato 16 ottobre 2010

FLORARIO


Florario è il titolo del nuovo libro che comprato. L'autore è Alfredo Cattabiani, filosofo e studioso delle religioni e tradizioni popolari. Florario è un'opera ispirata all'universo vegetale e dedicato alla dea Flora, colei che fin dall'antichità protegge tutte le piante utili all'uomo nel delicato momento della fioritura. Cattabriani ci conduce attraverso paesi reali e fantastici, ci narra leggende appartenenti a le più svariate religioni e le simbologie vegetali che le animano; cita proverbi, favole, personaggi biblici e santi. L'autore ci parla dello stretto legame tra piante e uomini, di quanto nella mitologia fosse facile la metamorfosi tra umano e vegetale. Riporto qui un passaggio che ha come protagonista il Croco:
"Un altro mito racconta che il croco era nato dal sangue di Krokos, colpito involontariamente da Ermes mentre giocava a lancio del disco...", curioso no?
Citazioni dalla Divina Commedia, poesie di grandi poeti come Pascoli, Leopardi o Montale, passaggi tratti dalle Mille e una notte, miti scandinavi e elfi, questi gli argomenti trattati nel libro, tutti in riferimento all'ambiente naturalistico o ad un eventuale elemento vegetale, fiore o pianta che sia.
700 pagine (circa) piacevoli e curiose. Un libro da tenere sul comodino, da consultare per imparare aneddoti in maniera rilassante.

FLORARIO - Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Alfredo Cattabiani
Oscar Mondadori 13,00 euro

giovedì 14 ottobre 2010

Haiku


ad una ad una
si affacciano nel freddo
le stelle
Tan Taigi

sabato 9 ottobre 2010

UN GUFO PER AMICO




un nuovo amico del Teorema di dionea...

venerdì 8 ottobre 2010

I PATRIARCHI DELLA NATURA


Cari Erbosi, lo sapevate che esiste un'associazione dedicata agli alberi secolari, che si batte per tutelare questi veri PATRIARCHI della natura?
L'associazione si è costituita nel 2006 da un'idea di alcuni naturalisti romagnoli da tempo impegnati nel monitoraggio e nella tutela del patrimonio arboreo. I protagonisti sono gli AMICI dei patriarchi che sono attivi un po' in tutta Italia. Sul sito internet infatti, potete vedere sulla cartina, dove sono siti i patriarchi più importanti, regione per regione.
Esiste un archivio con relativo censimento di queste piante secolari ove ogni pianta viene catalogata e suddivisa in categorie tipo: I internazionale, N nazionale, R regionale L locale.
Tutti noi possiamo segnalare l'eventuale scoperta di un novo patriarca, analizzandolo secondo i criteri che si leggono nella relativa scheda presente sul sito e poi compilare una scheda scaricabile da internet e rispedirla via e-mail a : info@patriarchinatura.it
Molti sono gli eventi che vedono protagonisti gli Amici dei Patriarchi della natura.
Per chi volesse maggiori informazioni: www.patriarchinatura.it
I PATRIARCHI DELLA NATURA - Via Foassato Vecchio 33 47121 Forlì.

giovedì 7 ottobre 2010

I Bulbi di quest'anno




Eccoci pronti per i bulbi. Come avevo già postato a settembre è giunto il momento di piantare i bulbi di Giacinti, Narcisi, Tulipani, Crocus ecc...
Quest'anno ho scelto il Hyacinthus Garnegie, il Narcissus e vecchi bulbi di Crocus.

lunedì 4 ottobre 2010

Schiacciata con uva...che delizia!

Un piccolo fuori-tema, la ricetta della schiacciata con l'uva che ho assaggiato domenica a Fiesole.





Ingredienti:

1 kg di uva nera da vino
350 gr di farina
20 gr di lievito di birra
1 bicchiere di acqua
8 cucchiai di zucchero
olio extravergine d'oliva
sale

Preparazione:

In un bicchiere d'acqua tiepida sciogliere il lievito di birra. Preparare sul piano di lavoro la farina e impastarla con l'acqua del bicchiere , 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai d'olio ed un pizzico di sale. Far lievitare la pasta per circa 1 h ,coperta da un canovaccio e lontano da sbalzi di temperatura. L'impasto ottenuto deve essere adesso diviso in due parti non uguali , per la preparazione del fondo (più abbondante) e del secondo strato (copertura). Stendere la pasta piuttosto sottile ed adagiarla su di una teglia d'alluminio con il bordo alto. È importante che la pasta del fondo debordi dalla teglia. Riempire la base del dolce con i chicchi d'uva ben lavati ed asciugati (attenzione : una parte dell'uva deve essere riservata per il secondo strato). Cospargervi sopra 2 cucchiai di zucchero e 2 di olio. Ripiegare i bordi del dolce verso l'interno e stenderci sopra il secondo strato di pasta. Con le punte delle dita creare delle piccole fossette sulla pasta avendo comunque cura di non bucarla. Distribuirvi sopra l'uva rimanente e cospargervi sopra 2 cucchiai di zucchero e 2 di olio. Cuocere in forno a 180°C per circa 1h. È preferibile mangiarla dopo qualche ora dalla cottura, meglio ancora il giorno dopo.

FINE SETTIMANA TRA PARCHI E BOSCHI










Cari Erbosi, è appena passato il week end, è iniziata un'altra settimana segnata, ahimè, dalla pioggia. Ho trascorso il fine settimana in Toscana, precisamente a Firenze e a Fiesole, tra mercatini della ceramica, stand di viticoltori, parchi, boschi e cibi deliziosi.
Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda il mercatino che si è svolto in Piazza dell'Annunziata a Firenze, si è trattato dell'esposizione di artigiani-ceramisti provenienti dall'Italia ma anche un pò da tutta Europa che hanno proposto i loro lavori in terracotta smaltata, grezza, dipinta o ceramica raku. Pubblico le foto di alcuni portafiori in ceramica che mi hanno particolarmente colpita; l'artista è una donna, si chiama S.P.Voelker, abita e lavora a Gordes, un paese meraviglioso della Provenza.
Firenze era in fermento proprio perchè per quattro giorni, ha ospitato all'interno di gallerie, musei o cortili, gli stand di numerose aziende vitivinicole, il tutto accompagnato da concerti, pièce teatrali e interventi da parte di chef o esperti del settore.
Naturalmente, il teorema di dionea, non poteva non gironzolare per i numerosi parchi di Firenze; allora ecco che dopo il Giardino di Boboli, una mia vecchia conoscenza, visito per la prima volta quello che in primavera è sicuramente una meraviglia assoluta: IL GIARDINO BARDINI.
Piccolo gioiello verdeggiante, si trova proprio sopra alla Costa san Giorgio, sulla strada che bisogna percorrere per raggiungere il Forte Belvedere. Il giardino Bardini è sobrio, nella sua bellezza, ritrova una regalità che non sfora nell'eccesso.
Come ogni giardino che si rispetti ha il suo "punto d'acqua", anch'esso soave e quasi nascosto. Una zona è dedicata alle camelie, un'altra alle ortensie. Non manca una collinetta dedicata alle piante da frutto: pesche, ciliegie, mele. Il visitatore può riposarsi sedendosi sulle panche di pietra semi-nascoste nell'architettura del giardino, piccoli angoli ombreggiati, oppure percepire il profumo dei viburni o perdersi nei sentierini dove le segnalazioni del percorso consigliato non esistono più.
La bellezza del luogo è accentuata da grandi statue di legno, i cosiddetti legni "non finiti" dello scultore Giuseppe Gavazzi, credetemi, veramente impressionanti. Alcune statue raffigurano figure umane che con "delicata forza" fuoriescono e tentano di emanciparsi dal pezzo di legno che le ha "partorite", altre mostrano corpi in perfetta armonia con l'ambiente circostante. Le figure fanno capolino tra i rami, tra gli arbusti, presenze silenziose che sembrano scrutare il visitatore. Vi mostro alcune foto e saprete voi darmi un parere. A me sono piaciute moltissimo. Il tutto fa da cornice ad un paesaggio veramente speciale: la città di Firenze.
Domenica, la cittadina di Fiesole ci ha accolti con il mercatino dell'antiquariato e la sagra della SCHIACCIATA ALL'UVA (una sorta di focaccia fiesolana). Ho optato per una gita nel bosco sottostante la Chiesa e il Convento di S.Francesco, posta in posizione dominante sull'antica rocca etrusca. Ho fatto scorta di castagne e ricci ora posti in una ciotola in cucina, decorazione durante l'autunno e l'inverno.
Che dire, scrivendo ho per poco dimenticato la pioggia che sta snervando le mie piantine...buon autunno a tutti.

La raccolta delle olive




Cari Erbosi, pubblico, qui di seguito, un articolo pubblicato da Simona Monterosso su www.giardinaggioinsieme.it
A me è parso interessante, spero vi possa incuriosire.

Siria e Palestina, 6000 anni fa. Qui iniziano le prime coltivazione di piante di ulivo che verranno poi diffuse in tutta l’area mediterranea grazie ai mercanti fenici.
L’olivo cresce in terreni asciutti, ben soleggiati e lontani dal rischio di gelo, condizioni che ben si trovano in Italia, maggior produttrice di olio nel mondo. Dal lago di Garda alla Sicilia, prosperano coltivazioni dalle chiome argentee adornate con perle verdi, gialle, violacee o nere a seconda del loro grado di maturazione.
Esistono numerose varietà di ulivi con conformazioni particolari: piante a cespuglio o a cono, che svettano verso il cielo o si sviluppano orizzontalmente a seconda delle caratteristiche del terreno e dei metodi di raccolta usati. Il periodo di raccolta delle olive è compreso tra ottobre e dicembre, a seconda della temperatura, del grado di maturazione e dell’uso che se ne vuole fare.
Il frutto dell’ulivo si chiama drupa, la cui epidermide cambia colorazione nel corso della sua maturazione. La parte interna (mesocarpo), contiene quasi il 70% della sostanza grassa che serve alla produzione di olio di oliva, mentre il restante 30% è custodito dal nocciolo o endocarpo.
Non tutte le olive sono adatte alla spremitura. A seconda della grandezza della drupa, le olive si dividono in olive da olio e olive da mensa. Per quest’ultime è fondamentale che il frutto sia grosso, carnoso e che ci sia un maggior rapporto tra polpa e nocciolo, al contrario delle olive da olio, dove quello che preme è la resa in olio e la qualità di spremitura.
Per ottenere olive da conservare per medi o lunghi periodi, la raccolta avviene indicativamente tra settembre e ottobre, all’inizio della maturazione. Per la conservazione in salamoia le olive devono essere mature, con una polpa ancora consistente, mentre le olive sotto sale o al forno vengono raccolte a maturazione completa, quando il frutto inizia a scurire e a disidratarsi.
Per quanto riguarda invece la raccolta di olive destinate alla produzione di olio, questa avviene in diversi periodi dell’anno a seconda delle condizioni climatiche, da ottobre fino a fine marzo. Importantissimo è cogliere le olive nel momento giusto: per ottenere oli di colore giallo, sapore dolce e bassa acidità (la quale determina la categorizzazione finale dell’olio in: extravergine con 1% di acidità, vergine 2%, vergine corrente 3,3%, vergine lampante non commestibile oltre il 3,3%) la maturazione deve essere buona, ma non avanzata. Il alcune zone la raccolta delle olive avviene a inizio maturazione per evitare che i frutti vengano colti da gelate invernali. L’alta presenza di clorofilla nelle olive determina il colore verdognolo dell’olio.
Altra caratteristica alla quale bisogna prestare particolare attenzione è il metodo di raccolta. La raccolta manuale è quella che meno danneggia il frutto, evitando la formazione di processi di fermentazione che innalzano velocemente i valori di acidità dell’olio.
Numerosi sono i metodi di raccolta delle olive. Tra le tecniche di raccolta manuale ci sono la brucatura (raccolta a mano del frutto, ideale per la raccolta su piante basse e a cespuglio, specie se collocate in pianura), la bacchiatura (percosse dei rami con lunghi bastoni che causano la caduta del frutto a terra o su reti; uno dei metodi peggiore per ottenere olio di qualità in quanto i rami e i frutti vengono rovinati), la pettinatura (rastrellamento delle chiome con appositi pettini di legno che provocano la caduta dei frutti su reti stese a terra), e la raccattatura (raccolta delle olive che, a fine maturazione, cadono spontaneamente su reti tese per lungo periodo; è il metodo peggiore perché frutti possono marcire e si possono contaminare facilmente di muffe e batteri).
La raccolta meccanica emula il lavoro dell’uomo nelle operazioni di bacchiatura e raccattatura, ma in modo meno preciso e quindi producendo olio di qualità inferiore.
Al termine della raccolta olive si conservano per massimo tre giorni in ceste ben areate e si portano al frantoio, dove dopo essere state lavate, subiscono le operazioni di frangitura e gramolazione. Nella prima le olive vengono rotte per ottenere una pasta (mosto oleoso), la quale viene poi lavorata e mescolata prima di essere spremuta. Dalla spremitura si ottengono acqua di vegetazione, olio e sansa (pasta solida che viene usata come combustile ed isolante). La spremitura può essere effettuata a freddo (con pressione meccanica), a caldo (con pressione meccanica ed uso di acqua calda), o con centrifuga. Alla fine di questo processo l’olio deve riposare ed essere filtrato da mucillagini ed altre sostanze che si raccolgono nel fondo. Verrà poi imbottigliato in lattina o vetro opaco per proteggerlo dai raggi solari e dai danni derivanti della luce e del calore eccessivo.

domenica 3 ottobre 2010