martedì 30 marzo 2010

Cari Erbosi, ho assistito allo spettacolo Bothanica dei Momix e devo dire che non si sono smentiti neppure questa volta. Il grande coreografo Moses Pendleton, fondatore e creatore dei Momix, ha saputo dar vita ad uno spettacolo tutto dedicato alla natura nelle sue infinite sfaccettature. Il palcoscenico è vivo grazie a dieci corpi in continuo movimento, dieci figure che con l'ausilio di arzigogolati costumi ora diventano alberi, ora fiori poi ancora centauri e subito dopo strambi animali immaginari. Tutto lo spettacolo verte sulle visioni botaniche di Pendleton e mostra la lunga esperienza e capacità del coreografo - regista. La raffinatezza è il fulcro di tutti i lavori dei Momix e mi sento di dire, con certezza, che anche questa volta tutto ha reso alla perfezione, il "viaggio" intenso attraverso il quale i protagonisti ti conducono poco alla volta è stato veramente piacevole.
Riporto qui di seguito la frase che è stampata sul depliant dello spettacolo: "La pianta concentra tutta la propria esistenza verso un unico scopo: spuntare dal terreno per sfuggire alla calamità sotterranea; eludere e trasgredire una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla morsa soffocante, immaginare o invocare ali per scappare il più lontano possibile, affrancarsi da uno spazio in cui il destino l'ha relegata ed accostarsi ad un'altra realtà, entrare a far parte di un mondo emozionante e vivido". -Maurice Maeterlinck, L'intelligenza dei Fiori.

BOTHANICA

momix-bothanica.jpg

domenica 28 marzo 2010

I LIMONI ( E. MONTALE)

Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi

fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantano i ragazzi

qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni,

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall’azzurro:

più chiaro si ascolta il sussurro

dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest’odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l’odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose

s’abbandonano e sembrano vicine

a tradire il loro ultimo segreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una verità.

Lo sguardo fruga d’intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce.

Sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinità.

Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo

nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra

soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.

La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta

il tedio dell’inverno sulle case,

la luce si fa avara – amara l’anima.

Quando un giorno da un malchiuso portone

tra gli alberi di una corte

ci si mostrano i gialli dei limoni;

e il gelo del cuore si sfa,

e in petto ci scrosciano

le loro canzoni

le trombe d’oro della solarità.

Per tutti gli erbosi

A tutti gli ERBOSI: partecipate al blog con foto, poesie, favole e commenti dedicati al mondo floristico.

venerdì 26 marzo 2010

Il teorema di dionea è un blog per chi ama le dioneae, ma non solo...